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Indice articoli


La base nucleare di Santo Stefano

1.  L'arcipelago di La Maddalena

L'arcipelago di La Maddalena ha una superficie di ha. 4.935 e comprende l'isola omonima, la maggiore, con circa 12.000 abitanti residenti, le isole minori di Caprera, Santo Stefano, Santa Maria, Spargi, abitate;  e altre disabitate come Razzoli, Budelli, Moneta, eccetera.
La storia dell'arcipelago coincide con la storia della marina militare delle varie potenze che si sono succedute nel dominio della Sardegna dal XVI secolo.  La cittadina di La Maddalena, situata nell'isola omonima, trae origine da una colonia di pescatori corsi, all'inizio del 1700, e crebbe in seguito con i numerosi renitenti della vicina provincia francese, che vi emigravano per sottrarsi alla coscrizione obbligatoria.  Un destino beffardo nei confronti degli "obiettori" maddalenini:  già nel 1837 lo storico Paul Valery parla dell'isola come di una formidabile roccaforte militare, fortificata e presieduta dal barone De Geneys creatore della marina sarda.
Per avere un'idea dell'importanza strategica dell'arcipelago, si riporta il paragrafo unico su "La Piazza Marittima della Maddalena" cap. V, tratto da "La monografia della Sardegna" a cura del Corpo di Stato Maggiore, compilata nel 1890 e aggiornata da un amanuense al periodo fascista (1940).

"Le opere colà erette ed armate, od in costruzione più o meno avanzata, consistono in batterie alte e in batterie basse e sono le seguenti:
Nell'I. Maddalena:
1ª Opera di Guardia Vecchia, ridotto della difesa con 2 Bttr.  di cui 1 non ancora armata.  La cinge un trinceramento di ben 3.000 metri di sviluppo.  Fanno sistema con essa le Opere Trinità, Villa e Colmi.
2ª Opera di Nido d'Aquila, ridotto cintato con 3 Bttr. di cui 1 tuttora in costruzione.
3ª Opera di Baragge, ridotto cintato con 2 batterie.
4ª Opera Peticchia.

Nell'I. Caprera:
1ª Opera di P. Rossa n. 1 chiusa, con 2 batterie.
2ª Opera di P. Rossa n. 2 (in costruzione).
3ª Batteria Stagnali.
4ª Opera Poggio Rasu inferiore, chiusa con 2 batterie.
5ª Opera Poggio Rasu superiore, chiusa ed in costruzione.
6ª Opera di Arbuticci, con 2 batterie di cui una in costruzione.

Sulla costa sarda, fra il C. Tre Monti e la P. Sardegna:
Le Opere Altura, Baragge, Capo d'Orso e Tre Monti.

Complemento di queste Opere sono:
1.  Le stazioni fotoelettriche di Nido d'Aquila, di Padula e di P. Rossa (costruite), di Tre Monti, Moneta e Peticchia (in costruzione).
2.  I casotti di accensione de' ginnoti a P. Tegge e P. Rossa (costruiti) ed a P. Sardegna (in costruzione).
3.  I semafori di Guardia Vecchia, Contra degli Scali, Pontiglione, Tejalone, C. Testa e C. Ferro.
4.  32 stazioni telegrafiche e telefoniche………

Nel villaggio della Maddalena…  vi è una caserma di fanteria capace di 2 compagnie ed una colombaia militare…

Notansi:
a)  Da Cala Camicia, venendo lungo la costa fino al paese:  officine e magazzini del Genio militare e per la Regia Marina, una stazione provvisoria per le torpediniere (è in costruzione un nuova stazione), 6 scali di alloggio per torpediniere, la colonia penale per 650 condannati, la caserma per la compagnia di disciplina della Regia Marina (200 uomini), l'ospedale (in costruzione avanzata) per 200 ammalati, il panificio che può produrre 12 mila razioni al giorno, la caserma (in costruzione avanzata) per 600 marinai e finalmente 7 fabbricati per uffici e alloggi.
b)  Una stazione di torpedini a Padula, per lo sbarramento di ponente.  Sono inoltre stati eseguiti e si vanno eseguendo altri lavori di vario genere, ossia:  a) apertura di strade…  b) gittata di una diga che congiunge la Maddalena a Caprera, con una interruzione di 25 metri pel passaggio di torpediniere…  Detta interruzione verrà sormontata da un ponte girevole a due volate…  c) costruzione di 300 metri di banchina a Cala Camicia.  Altri 300 se ne stanno eseguendo nella stessa insenatura…  Lungo il lato sud-est del piazzale sono pure in costruzione 5 moli per lo sbarco del carbone…  d) costruzione…  di 2 distillatori della produttività di 150 tonnellate…  e) erezione di un semaforo permanente…
Caprera…  già dimora favorita del generale Garibaldi…  sarebbe oggi pressoché abbandonata se anche là non fervessero lavori per la sistemazione della Piazza marittima.  Vennero condotti a termine alcune Bttr. e diversi fabbricati militari, ed altri trovansi in costruzione…  i principali sono:  a) Agli Stagnoli, baracche per 1.200 uomini già occupate in parte da una compagnia di disciplina.  b) Nello stesso sito, locali di munizionamento per la flotta e per la difesa (in costruzione).  c) Una stazione di torpedini a P. Rossa, per lo sbarramento di levante.
Isola di Santo Stefano…  sono in progetto un gran deposito di carbone, ed un'altra cisterna della capacità di 2.000 tonnellate d'acqua pel rifornimento delle navi da guerra".  (cap. II, pgr. 4).

I dati riportati, seppure in arida elencazione, consentono di trarre alcune considerazioni sul militarismo, la cui natura resta immutata nel tempo:
- la falsa affermazione secondo cui la presenza di insediamenti militari avrebbe la funzione di salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale, storico e naturale.  L'isola di Caprera "sarebbe oggi pressoché abbandonata" se non vi fosse una Piazza marittima:  vedremo in quale stato di decadimento si trovi attualmente l'isola di Garibaldi;
- lo sperpero folle di mezzi e di energie per costruire mastodontiche strutture belliche, a scapito della crescita civile delle popolazioni, in una Regione dove mancano i più elementari servizi igienici e sanitari, dove ancora esplodono epidemie di colera.  Imponenti impianti di distillazione d'acqua marina, immensi depositi di carbone per rendere agibile la flotta, mentre la povera gente muore di sete e di freddo;
- il totale asservimento dell'arcipelago maddalenino ai disegni di strategia dei "signori della guerra";
- la stupidità propria del militarismo, relativa allo sperpero di pubblico denaro nella costruzione di opere belliche che di anno in anno diventano inservibili, superate dal progresso tecnologico degli armamenti e da nuove strategie di guerra;
- qualunque rudere di impianto militare, anche quando se ne sia constatata l'assoluta inutilità difensiva o offensiva, continua a restare patrimonio militare, interdetto a ogni utilizzazione civile e sotto la giurisdizione degli stati maggiori;  così come le vecchie chiese, fin quando non vengono sconsacrate dal vescovo, conservano una loro sacralità.
Dal 1867 a oggi si sono sperperati miliardi su miliardi per edificare e ammodernare la Piazza marittima di La Maddalena, che fu pupilla dell'occhio di Mussolini - dove lo stesso "duce del fascismo" in prigionia ebbe modo di riflettere sul precetto evangelico dato a Pietro sull'uso delle armi.
Di tutti quei miliardi, neppure una briciola è ricaduta sulle popolazioni, che oggi come ieri lamentano la mancanza dei più elementari servizi di comunità.  Mette il dito sulla piaga "Sassari Sera", in un servizio del 15.10.1968 sotto il titolo "L'isola con la camicia di forza":

"La Maddalena è una cittadina di 12.000 abitanti, 20.000 durante l'invasione dei turisti;  meno di 2.000 sono gli impiegati, più di 3.000 gli operai.  Il resto è manovalanza generica…  Tutta la città è senza acqua, anzi tutto l'arcipelago.  Senz'acqua d'estate e con pochissima acqua d'inverno.  Questo dell'acqua è uno dei più grossi problemi della città.  L'altro è quello delle servitù militari che accerchiano l'isola…
Il periplo di La Maddalena è del Ministero della difesa:  le servitù militari chiudono l'arcipelago in una morsa di divieti e ne precludono ogni possibilità di sviluppo.  La segnaletica dell'isola è a base di divieti di accesso innaturali, assurdi.  Il vincolo paesaggistico e la nuova legge edilizia ha ulteriormente aggravato la situazione.  Contro la Sovrintendenza ai paesaggi il Comune si batte per l'ultimazione della strada panoramica interrotta…  Contro la nuova legge urbanistica , il Comune chiede che venga riconosciuto e dichiarato centro urbano tutto il perimetro dell'isola.  Le speranze di risolvere queste difficoltà sono scarse, ma quelle di liberarsi delle servitù militari sono del tutto infondate.
Tutti conosciamo l'ottusa incomprensione dei militari al riguardo.  Tutto questo costituisce anche una gravissima ipoteca per quanto attiene alla valorizzazione turistica dell'isola.  Sono numerosissime le baie, gli isolotti, le spiagge che si prestano ad una valorizzazione turistica estesa a tutto l'arcipelago.  Un veloce elenco numerico sarà sufficiente a chiarire la situazione attuale.
L'isola di Santo Stefano, di proprietà della famiglia Serra di La Maddalena, è per metà passata di proprietà di un consorzio di imprenditori belgi, francesi e italiani che ne hanno già iniziata la valorizzazione turistica.  Già quest'anno l'isola è stata interessata da un flusso di turisti che ha raggiunto la media di 2.500 presenze al giorno.  Un numero notevole destinato a raddoppiarsi, quando saranno ultimate tutte le opere previste, per una spesa di circa 4 miliardi…
L'isola di Budello è stata acquistata dal geometra Pierino Pizzoni, quello stesso che ha acquistato Costa Paradiso e l'isola Capriccioli.
Spargi, di proprietà delle famiglie Berretta e Ferrigno, è in vendita per 2 miliardi ad un industriale alberghiero milanese.
L'isola di Berrettini e l'isola di Berrettinelli, che sono come suggerisce il nome, di proprietà della famiglia Berretta, sono in cerca di acquirenti.
Anche Razzoli e l'isola Piana, di proprietà della famiglia Ajassa, sono oggetto di trattativa con imprenditori stranieri.
Un discorso a parte merita l'isola di Caprera, tutta praticamente di proprietà del demanio, in seguito ad espropri ed acquisti del Ministero della difesa.  Qui l'unico insediamento turistico è costituito dal Club Mediterranée con 1.800 presenze giornaliere.  Lo snobistico ed esotico isolamento che caratterizza gli iscritti al Club Mediterranée li rende per La Maddalena economicamente irrilevanti.  Interessano invece direttamente l'economia di La Maddalena le sorti del Museo Garibaldino.
Il Museo Garibaldino è in aperto disfacimento.  Solo due sale sono aperte al pubblico.  Il resto delle sale respinge i visitatori con il cartello chiuso per restauri.  E questo ormai da un decennio.  Dopo la visita del presidente della repubblica Saragat si erano promessi degli stanziamenti per rendere decoroso il Museo dell'Eroe, ma a tutt'oggi le cose stanno come prima.  Gli oggetti dell'Eroe sono in decomposizione, il mulino di Garibaldi è crollato, le tavole ammuffiscono.  L'amministrazione di La Maddalena chiede che il Museo venga ceduto al Comune e trasformato in Museo comunale, permettendo così di far pagare un biglietto di ingresso ai visitatori e con gli introiti sistemare dignitosamente il Museo.  Anche questa richiesta cozza contro la sordità e l'elefantiasi burocratica del “governo centrale" e dei militari.

Sui pochi spazi dell'arcipelago non occupati dai militari, calano come avvoltoi gli imprenditori economici per appropriarsene.  Area di servizi militari o area di servizi turistici per il riposo del capitalista?  L'insediamento della base nucleare USA a Santo Stefano ha risolto il dilemma a favore dei generali.

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