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S'ORBACI

Orbaci é termine sardo che deriva dall'arabo albazz, di colore bianco. In italiano è usato il termine sardo, orbace, che indica genericamente un tessuto di lana di pecora. É però detto da noi albaci il tessuto di lana di pecora bianco, il più comune. Il più raro é il nero (essendo più rare le pecore nere - come d'altro canto anche  tra gli uomini), il cui tessuto viene usato per confezionare su saccu nieddu, il mantello e insieme il "sacco a pelo" del pastore, che può essere con o senza cappuccio, con o senza frange, con o senza fodera. É detto pertiazzu  o pettiazzu, cioè tigrato, l'orbace brizzolato, tessuto con lana bianca e nera.
Con il tessuto d'orbace si confezionavano capi di abbigliamento pesante, quali giacconi e cappotti, i sacchi per il raccolto del grano, e is bertulas, le bisacce, corredo essenziale del contadino e del pastore per riporvi il cibo da consumare in campagna e piccoli attrezzi da lavoro. Tessuti d'orbace sono i tradizionali tappeti, arazzi e coberibangus espressione di una raffinata cultura nell'artigianato popolare.  
In periodo fascista l'orbace ammantò di gloria patria l'Italia: venne scelto per confezionare la divisa del gerarca. Da qui il detto "vestire l'orbace", cioè mettersi in divisa o se si preferisce "mettersi sul piede di guerra".

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