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Qualche notizia su Cabras

Cabras, paese di circa ottomila abitanti, è situato a un chilometro dal golfo di Oristano, nella Sardegna centro-occidentale. Le sue case si affacciano sulle rive degli stagni omonimi, i più vasti e un tempo i più pescosi dell'isola. Oltre il braccio di mare del golfo appare la penisola di Capo Frasca, poligono di tiro per aerei supersonici ad armamento nucleare della NATO.
Nonostante le sue molteplici risolse naturali, la situazione economica della comunità è fra le più arretrate della Sardegna. L'irrazionale e dissennato sfruttamento da parte di un padronato gretto e feudale hanno depauperato in gran parte l'originario patrimonio comune. Il golfo di Oristano, un tempo pescosissimo, è oggi pressoché deserto a causa dell'uso indiscriminato di reti a strascico e altri attrezzi che hanno devastato i fondali. La vasta penisola del Sinis, già fertile granaio nel periodo della dominazione romana, che ospitava fino a tempi recenti (1945) oltre 35.000 capi ovini, è attualmente impoverita dal dissodamento e dalle coltivazioni intensive.
Mancano nel modo più assoluto opere di bonifica e poche sono le strade di penetrazione agraria. Gli acquitrini e le paludi disseminati tra golfo e stagni rendono il clima malsano, e le popolazioni della zona sono funestate dalla presenza di una miriade di insetti ematofagi e parassiti. Alla insalubrità del clima si aggiunge la mancanza nel centro urbano di ogni più elementare servizio igienico e sanitario. Si spiega così come alcuni anni fa, nel 1967, sia potuta esplodere una epidemia di colera infantile che ha provocato nel giro di pochi giorni la morte di dieci bambini e il ricovero urgente di altri cinquanta.
La pesca negli stagni - la principale fonte di sostentamento - è organizzata su strutture medievali che risalgono al 1600, al re Filippo IV di Spagna. In virtù di un decreto di quel monarca, alcuni notabili oristanesi hanno ereditato e conservano un assurdo diritto di proprietà e l'esclusiva di pesca.
Le amministrazioni comunali che fino a pochi anni fa si sono succedute erano presiedute da rappresentanti delle due famiglie più in vista del paese, legate da vincoli d'interesse più ai feudatari degli stagni che alla popolazione amministrata.
Va riconosciuto al PSI e in particolare al PCI un valido e costante impegno politico per sensibilizzare e sostenere i pescatori nella loro difficile dura lotta contro i feudatari per la pubblicizzazione delle lagune. E' stata certamente utile la presenza in paese del Centro di cultura AILC (più avanti MCC), che si è avvalso delle esperienza e del sostegno di Ignazio Silone, Nicola Chiaromonte, Ebe Flamini, Luciano Codignola, Enzo Tagliacozzo per far conoscere a livello nazionale la drammatica questione degli stagni di Cabras e le giuste aspirazioni di progresso dei pescatori.
Nel Cabrarese, profondamente religioso, sono ancora vivi e diffusi antichissimi riti e usanze cui si è innestato, spesso superficialmente, un cattolicesimo paganeggiante. E' proprio di questa comunità un singolare rito terapeutico religioso, detto S'imbrusciadura (che ho rilevato nel 1958 e ho documentato in un saggio pubblicato su «Il Punto della settimana» del 20 ottobre 1962), che ha la funzione di risolvere i traumi psichici attraverso una freudiana ricerca delle cause e la rimozione del trauma con un mistico rituale contatto con la terra.
Il vino - che nelle nostre comunità oppresse e sfruttate acquista valore di strumento liberatorio - è spesso legato a Cabras alla poetica estemporanea. Le produzioni poetiche espresse nelle bettole sono dense di umori sociali: condite di ironia, cantano la dolorosa condizione del povero e lo strapotere e il cinismo del padronato e del clero.
La lotta che i pescatori conducono tenacemente per lo smantellamento dei diritti feudali di pesca negli stagni ha maturato nella popolazione una moderna coscienza civile e politica che ha modificato profondamente gli antichi costumi e ha messo in crisi le vecchie strutture socio-economiche aprendo nuove prospettive di progresso alla comunità.

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