INTRODUZIONE
Raccolgo in questa opera - finché il tempo avaro me lo consente - i frammenti più significativi e urgenti di una lunga piena testimonianza corale. Una parte è fermata sulla carta, edita o inedita; un'altra parte, la più intima e cara è conservata dentro di me, fattasi pensiero e sentimento, diventata ciò che sono e ciò che potrò essere.
Rivivendo il passato in queste pagine, mi rendo conto (non senza pessimistiche previsioni per il futuro dell'umanità) che della mia terra, così come l'ho conosciuta, che della mia gente, così come viveva, che di me stesso, così com'ero, è rimasto ben poco, se non come esperienza - memoria ancora viva e con la speranza di vivere, ma destinata a morire: non con la serenità di chi ha concluso naturalmente il proprio ciclo vitale, ma con la disperazione e la rabbia di chi è irreparabilmente devastato da un cancro.
E il "cancro" è questa civiltà, questo "illuminato inferno" che avanza spegnendo la luce del sole, soffocando ogni anelito di umanità; è questo sistema di "sofisticata barbarie" che ha deificato la scienza del potere che tutto corrompe e distrugge.
Allo stato attuale delle cose, non c'é alcuna via di uscita, non c'è salvezza contro un simile cancro.
Certamente non è una soluzione, conservare imbalsamata una specie in via di estinzione in uno scorcio del suo habitat in cartapesta, per mostrarla a pagamento nei musei della storia e del costume.
Forse più umano - anche se neppure questa è la soluzione - raccogliere le immagini, le voci, le passioni, le ansie di un mondo (ancora vivo in me) che scompare, e lasciarle come "eredità di affetti". Affinché nei sopravvissuti cresca la conoscenza e la coscienza, e si esprima e si diffonda il giudizio, e venga - se ha da venire - il giorno dell'ira, della grande rivolta per amore dell'uomo.
Is tempus de s'annu sunt quattru: attongiu, ierru, beranu, istadiali.
(Le stagioni dell'anno sono quattro: autunno, inverno, primavera, estate.)
Is mesis sunt doxi: cabudanni, mes' 'e ladamini, totusantus, mes' 'e Idas, gennargiu, friargiu, marzu, abrili, maju, lampadas, mes' 'e argiolas, augustu.
(I mesi sono dodici: settembre, ottobre, novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto.)
Is diis de sa cida sunt setti: lùnis, màrtis, mèrcuris, giobia, cenabara, sabudu, dominiga. (I giorni della settimana sono sette: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica.)