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L'udienza ha avuto inizio alle dieci e venti. E' la seconda, ma so già che sarà anche l'ultima, secondo quanto previsto in una Riunione ad Alto Livello tenutasi ieri notte al Korinale. In giornata la Korte emanerà la Sentenza che verrà eseguita al tramonto. Giustamente, nei Processi per reati turbativi dell'Ordine Pubblico si segue la Prassi Direttissima, mentre l'Appello per gli stessi reati è inversamente prassificato: non può essere trattato prima di quindici giorni a partire dalla Sentenza di Primo Grado; nel caso siano state comminate Pene Capitali, l'Appello si fa Postumo per una eventuale Riabilitazione alla Memoria.
Dopo alcuni Rituali d'Uso, vengono chiamati a deporre gli imputati. Il primo è Kuaddeddu, uno dei ladri sakrileghi.
Il Presidente mantiene un tono di voce cordiale. Dice: - Coraggio, adesso tocca a te. Devi raccontare, per filo e per segno e senza timore alcuno, tutto quanto hai fatto e hai visto fare la sera del sette maggio scorso. Hai capito bene?
Kuaddeddu lamenta un disturbo all'udito, però ammette di aver capito la domanda. Dice: - Io al Cinema non ci sono andato neppure col pensiero. Se avessi avuto trenta Denari, sarei andato da Annika, per un debito di due litri… Sono uomo di parola, io, e il prestato va reso. Non potrà dirlo nessuno, in tutto il Villaggio: povero sì, ma onesto; non devo nulla a nessuno. Quella volta che compare Peppiku mi aveva prestato la fune per legare il fascio dei sarmenti, avevo fuoco sotto i piedi fino al momento che non gliel'ho resa… E così, quella sera, sono tornato dal campicello di Terrangiada, ho messo l'asino sotto la tettoia e sono entrato in cucina, come faccio sempre. Antioka, che sarebbe la compagna mia, stava accovacciata davanti al camino, attizzando il fuoco sotto la pentola; ho sentito un odore buono di allegria, ho allungato una mano sotto la gonnella e le ho infilato affettuosamente un dito dentro…
Pubblico Accusatore: - Eccellentissimo Presidente Le faccio rispettosamente osservare che tali porcherie non hanno Pertinenza alcuna col Processo.
Pubblico Difensore: - Mi oppongo, Eccellentissimo Presidente! Lasciamolo dire, poverino. Siamo in un Paese libero e democratico, no?
Il Presidente fa cenno all'imputato di continuare: purché faccia alla svelta, se non altro per delicatezza verso i suoi stessi compari che devono parlare anche loro, e si attenga ai Fatti.
- A chi lo dice, Eccellentissimo!?, alla svelta, eccome! Ce l'avevo pronto… Ho tirato fuori il dito, meravigliato della morbidezza; l'ho annusato e tastato con la lingua: un odore nuovo, un sapore nuovo: Ho detto: «Antioka, e che Diavolo gli è successo?». Lei mi ha guardato con l'aria di mistero che fa quando mi prepara i sommommoli di ricotta, e ha detto: «Merito dell'Organizzazione per il Benessere Generale, che manda in giro ragazze con la Borsa dei Campioni di tante cose belle da comprare in seguito. Dice: Tenga, provi questo e vedrà che bucato! Glielo farà come nuovo, lo Sciacquamorbido! E mi sono detta: già sarà contento, sì, Kuaddeddu mio!». Certo che ho fatto alla svelta, Eccellentissimo: mi si è indurito in un lampo. Un fatto così non mi era più capitato dal giorno che…
Non capisco dove trovi tanta Pazienza il Piccolo Faraone. Dice: - Va bene, buonuomo, ma adesso noi vogliamo sentire la Storia del Cinema, e ciò che è accaduto dopo…
- Aannhh! L'Eccellentissimo vuole che parli di Cinema!… Altro che Cinema, quella sera! Piriku, l'asino mio, con Rispetto parlando, proprio quella sera gli sono venute le coliche, può dirlo anche Antioka. Il sole deve avere scaldato troppo l'erba; goloso com'è, senza criterio, si è fatto la pancia a tamburo. Arrivato a casa, mi stavo mettendo a fare i miei doveri, quando l'ho sentito ragliare come un'Anima in pena. Allora sono uscito…
- Bravo. Sei uscito e sei andato al Cinema…
- Uscito, sì, subito, di corsa, a fargli una peretta di acqua, olio e malvarosa. Come la Mano di Dio, Eccellentissimo! Lo provi in caso di coliche…
Non vorrei passare per autoritario, nessuno più di me approva la Libertà di Espressione, ma ci sono dei Limiti invalicabili, e c'è modo e modo. Se fossi al posto del Piccolo Faraone, non starei a perder tempo democratico, si potrebbe utilizzarlo meglio, è tempo di Mietitura… Non cava un ragno dal buco, sono teste dure, coi Cromosomi sbagliati: sapessero almeno badare agli affari loro, ai Figli che mettono al mondo… Vedi il caso di Nonsocomesichiama, la Fanciulla dagli occhi smeraldini amica di Pop e Kul, costretta a fuggire di casa Un Padre ubriacone, una Madre sfaticata e nove povere Creature abbandonate… Ho detto alle Fanciulle: - D'accordo, il mio Cuore non è pietra, fatela venire sul tardi, dopo cena. Vedrò quel che si può fare, ma non prometto nulla, sia ben chiaro.
- Quando l'avrai vista, Buana - hanno detto le Fanciulle, - siamo certe che non l'abbandonerai al suo Destino.
L'hanno fatta passare nel Salotto. Mi ero appena seduto a sfogliare le Tavole della Legge, in Edizione riveduta e corretta, sono rimasto senza fiato: mai viste un paio di gambe simili, slanciate e ben tornite, e fianchi così curvilinei e molleggiati. Ho detto: - Vieni avanti, Fanciulla, è il Signore che manda. Mettiti comoda, finisco questa pagina, cinque minuti.
Altro che leggere! Le lettere dell'Alfabeto ballano la Sarabanda, la o specialmente, si è messa la pelliccetta tenendola socchiusa… Uso il trucco dei cinque minuti quando voglio nascondere una certa Emozione: con le Fanciulle divento una Creatura debole disarmata; guai se se ne accorgono, ne approfittano veloci come zampate di tigre: ti mettono un dito in culo e ti fanno girare a mo' di trottola.
Si è seduta sulla poltrona di fronte; Pop e Kul sul divano; tutt'e tre composte, silenziose.
Dieci minuti dopo, ho chiuso le Tavole della Legge e le ho rimesse nella corbula di asfodelo. - Dunque, Figliola, ora puoi aprirmi il tuo Cuore. Sii esauriente ma concisa: domani mi aspetta una giornata laboriosa.
Per Nonsocomesichiama esordisce Mary-kul: - Nostro grande e amato Stregone, Consolatore degli afflitti e Soccorritore dei deboli, questa nostra cara Amica è venuta a te umilmente a chiedere Consiglio e Protezione.
Adesso che mi è stata presentata mi è lecito osservarla. Non c'è abbastanza luce, però. Dico: - Pop, accendi il Lampadario, è necessario guardarsi nel bianco degli occhi per capirsi. - E che occhi, Signore Iddio Benedetto Creatore di tutte le Meraviglie! Occhioni verde smeraldo in un viso da Maria Maddalena incorniciato da una cascata di capelli castani ondulati. Mi costa uno sforzo immenso spostare lo sguardo dagli occhi alla bocca, che si è messa in moto, Meraviglia vivente! Labbra tumide socchiuse porporine, lubrificate dal palpitare viperino della lingua.
La poltrona è bassa; la gonna scampanata è corta - non tiene strette le cosce: dal gonfiore pubico celestino emana una calda ondata di Simpatia. Dico alle Fanciulle: - Non dubito che il caso sia importante; lasciate che sia lei stessa a parlarmene. Anzi, lasciatela sola, che si metta a suo agio. Andate, preparate un caffè, intanto… Lo prendi anche tu, il caffè, Figliola?
Che caruccia!, lo prende anche lei, sì, ben zuccherato, ma non più di uno al giorno. Dice: - Non bisogna indulgere ai vizi, Buana, seguo i tuoi Santi Ammonimenti; apprezzo la Mortificazione della carne, elevarla in una Dimensione Pura. La mia grande Vocazione, Buana, è di diventare un'Artista. Dipingo Angeli viola ad Acquarello; i Colori a Olio costano troppo, non me li posso permettere; i miei sono gretti, oltre che poveri: non capiscono l'Arte, dicono che sono una perditempo, che dovrei badare alle faccende di casa. Come schiava, mi tengono; tutto il giorno a lavare pannolini cacati… Guarda, Buana, guarda le mie mani come sono ridotte! Sono disperata, Buana, prima o poi farò una pazzia: scapperò di casa e mi metterò coi capelloni del Supramonte…
Ci mancherebbe altro, una Fanciulla timorata e piena di Grazie, andare a finire sulla cattiva strada!
-…Soltanto tu puoi aiutarmi, Buana, tu sei buono e potente. Mettimi alla Prova, non te ne pentirai, dammi un pennello e una scatola di Colori ad Olio, ti farò il Ritratto e tutto ciò che vorrai.
Dico: - Mi hai convinto, Fanciulla: la tua Fede è grande e ti ha salvata. Non devi però mal giudicare Coloro che ti hanno dato la Vita, anche quando sbagliano agiscono sempre per il Bene dei Figli; errare umanum est, capisci? E' il Principio, quello che conta; i Genitori assecondano i Disegno Imperscrutabili del Signore; ciascuno deve accettare il proprio Ruolo, ogni Attività ha una sua Necessità e Nobiltà, anche lavare i pannolini cacati, non tutti possono essere Artisti, ci mancherebbe altro! Non si vive di sola Arte… Non mi fraintendere, non voglio scoraggiare la tua Vocazione: ci credo… Voglio dire che talvolta, seppure eccezionalmente, vi è chi occupa un Ruolo sbagliato: in tal caso, certi spostamenti nel contesto dell'Ordine Costituito sono possibili; migliorano l'Assetto… Ecco, tu rientri in questa fortunata Eccezione, non occupi il Ruolo giusto, e di conseguenza il comportamento dei tuoi Genitori, giusto in linea di Principio, è ingiusto nel Caso Specifico. Vedi come ti capisco? Contenta?… D'altro canto, tu sei vittima del Conflitto tra vecchia e nuova Generazione; in Verità ti dico: è più facile che un cammello entri nella cruna di un ago che un Genitore capisca il proprio Figlio, e viceversa. Da questa imperfezione, in cui si annida il Maligno, scaturiscono i moti di contestazione giovanile… Ma lasciamo ora i Discorsi problematici, torniamo alla tua Vocazione. Ti aiuterò a manifestare il tuo Talento, sto pensando a una Mostra Personale che ti faccia conoscere, hai tutti i Numeri per importi all'attenzione della Critica, c'è una dolcezza raffaellesca nei tuoi occhi smeraldini e una Soavità botticelliana nel tuo roseo incarnato.
E' arrossita. Mi piacciono le Fanciulle che arrossiscono, sono le più disponibili a un Intervento Educativo, hanno il la accordato al Diapason e sai già che nota ne vien fuori a ogni tasto che tocchi, come suonare un Pianoforte. Arrossisce e sdruscia il sedere spingendosi avanti; la gonna si solleva; socchiude le cosce… Povera sì, ma indossa mutandine da Regina. Signore Iddio Misericordioso, che tenero palpitare! La mia mano va da sola a posarsi, viandante assetato, nell'Oasi dolce di datteri e di umidore… Che sia già Konsakrata?
- Ma Buana, che pensi tu mai!?
Il dubbio la offende e la umilia, deliziosa Creatura. Non insisto. - Ti credo, Fanciulla, ti metterò alla prova. Una di queste sere, manderò a chiamare i tuoi, parlerò con loro; verrai a vivere sotto questo Tetto, contenta? Avrai un pennello e tutti i Colori che vorrai. Vedremo che cosa sanno fare le tue manine.
Me le ha messe nelle mani, le sue manine, con spontanea Dedizione; e io, in un empito di Tenerezza, le ho prese e le ho posate sul gonfiore dei calzoni. Non si vantava, accidenti!, la Vocazione c'è: ha capito subito, senza spostare le mani, manovrando abilmente due dita, ha fatto saltar fuori dalle asole tre bottoni. Lo sento come un Generale in Grande Uniforme, bisogna spalancare tutt'e due le ante del portone per farlo passare… - Alt! che fai, maledizione?! L'ultimo bottone no, non devi vedere l'Uccello, capisci, il Rispetto delle Tradizioni, la Prassi: nessuna Fanciulla può essere Konsakrata senza il Consenso dei Genitori o di Chi ne fa le Veci; sarebbe un reato contro la Patria Potestà; ogni cosa va fatta nell'Ambito della Legge… Ti capisco, la naturale impazienza, ma sappi attendere. va, adesso, Fanciulla, e abbi Fede; conservati Pura e Casta, al resto ci penserò io.
Ci sto pensando, infatti. Ci penso tanto che mi sono distratto dal Processo. D'altro canto, mi interessa relativamente; so già come andrà a finire. So anche come andrà a finire con Nonsocomesichiama, mi ha stregato, la maliarda, entro domani convocherò i suoi; andrà tutto Bene, ho visto che lega con Pop e Kul; questo è importante, l'Affiatamento.
Il Presidente amministra la Giustizia con consumata Perizia. Qualunque sia il tempo che decide di avere a disposizione, sa farci stare dentro tutto quanto i Kodici di Procedura prevedono che debba starci; è un Artista dello Spartito e del Ritmo, un Maestro Concertatore e Direttore di rara Abilità. Adesso è alle prese col settimo imputato, un soggetto difficile, il manovale pastore Kuskusu.
- …Io non ho studiato l'educazione, sono un povero diavolo; le pentole dei marenghi non è vero che si trovano sotto terra tra le pietre; hanno sparso la voce, l'hanno sparsa apposta i ricchi, e molti ci credono, e lavorano, lavorano aspettando di trovarne una; ma non è vero: le pentole dei marenghi si trovano nei Seminari…
Il Pubblico Accusatore è nervoso, borbotta, rivolge occhiate insofferenti al Presidente, si torce i baffi, scalpita con gli stivali sulle pietre dell'acciottolato, alfine sbotta: - Santa Pazienza!
- …Giusto, Eccellenza, è una questione di pazienza. Me lo diceva da quando ero piccolo, la buonanima di mio padre: ci vuole pazienza. Il tempio di Iknusu è stato distrutto per ben sette volte, dai terremoti, dai tifoni e dagli invasori, e ogni volta è stato ricostruito con pazienza; ma il povero non ha pazienza, è stupido; per questo, quando gli cade la casa resta senza riparo, se non c'è crepato sotto. Bisogna imparare dal gatto mammone…
Io dico che è suonato; che Diavolo di discorsi va facendo? Meno male, se ne rende conto anche il Piccolo Faraone interviene col suo tono bonario non scevro di sottile Ironia: - Imputato Kusckusu, tu sai che la Libertà di Opinione è un Diritto sancito dalla Kostituzione e determinata dalla Legge, chiunque può esercitarla, è giusto, ma a tempo e luogo, non siamo a una Tavola Rotonda, qui, siamo sul Banco della Verità, e nell'Interesse Supremo della Giustizia, e anche tuo, salta i preamboli e vieni al dunque.
- Dunque, Eccellentissimo, l'altra sera, come tutte le sere, stavo in piazza coi compagni, seduti per terra con la schiena appoggiata al muraglione; ricordo bene, c'era il sole, un sole maledetto, e il cielo era sfocato; polvere fina come cenere, al posto delle nuvole, due mesi senza una goccia d'acqua; le pecore ruminavano saliva, e noi fiele, sognando fragore di cascate e di torrenti scaturiti dalle fessure di una legione sterminata di santi del paradiso; chissà dove si erano cacciati, quei figli di puttana! Ci eravamo tolti il pane di bocca, per tenerli propizi con regalie e novene; neppure una stilla, pestilenze e rogne, l'esaurimento a furia di grattarci; e preghiere e sudore e pianto, tutto per nulla, tutto a farsi fottere, pecore e agnelli, le erbe, la corteccia dell'elce, i sacrifici, la fame; chi prima, chi dopo e tutti insieme, a farsi fottere, le fave, il grano, le siepi del fico d'India; l'acqua del ruscello, le anguille che c'erano dentro, tutto a farsi fottere è un destino, l'ulivo, la forka, il pianto, la speranza, il sole, le stelle, tutto se ne va a farsi fottere; le rane del pantano, il fango, la cicoria, santo Nikodemo, i figli dell'angelo e i figli del demonio, tutti e tutto quanto, io, noi, voi, andiamo tutti nello stesso posto, anche Dio creatore con tutte le sue creature, a farsi fottere…
Sono sceso dal Palko, non ci resisto più. Esco dal Kortile, me ne vado. Passando, entro al Bar e mando giù un Kognak, mi ci vuole proprio, per rifarmi lo stomaco. D'altro canto, l'Amministrazione della Giustizia non è di mia Competenza, ho le mie gatte da pelare. Mi rifarò vivo sul tardi, una capatina per essere presente al momento della lettura del Dispositivo; sentiranno che sorbole! chissà che faccia faranno, gli imputati… A ogni buon conto, abbiamo preso le dovute Misure per evitare inconsulte reazioni; ho suggerito al Piccolo Faraone di leggere la Sentenza in Latino; da lì a farselo tradurre, i bollenti spiriti faranno in tempo a sfreddarsi; Dura Furka sed Furka, dispiace a tutti, in fondo, ma la Legge non l'ho fatta io, la Medicina è amara proprio perché salutifera: che cosa ci vuole a capirlo, Sant'Iddio? Se ciascuno se ne stesse tranquillo al proprio posto, tutto in Ordine, il mondo vivrebbe meglio, anche più felice, certo, nella misura in cui l'uomo può esserlo, siamo nati per soffrire… Forse che io non ho le mie Responsabilità?… Accidenti! Dimenticavo che devo fare un salto in Ufficio, vedere gli ultimi Dispacci dell’Iperrettore… Poi, finalmente a Casa! prima il Dovere e poi il piacere… Però, che Meraviglia, Nonsocomesichiama, con quei suoi occhioni verde smeraldo, con quelle sue gambe da cavalla di razza, con quel suo palpitante gonfiore di mutandina celeste…

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