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L'Orsa del Sottoprefetto bussa alla porta. - Il fuoco è acceso nel camino; siamo tutti pronti a riceverti, Buana.
E' notte fonda, ormai. Socchiudo la finestra, in Cielo, una falce di Luna sfilaccia stracci di nuvole; i monti a dente di sega si stagliano cupi nell'indaco; un piano inclinato di tegole si riflette nella pozzanghera quieta. Il silenzio è greve: un morire senza rantolo, un filo di sangue che fluisce da vene aperte...
L'Orsa del Sottoprefetto bussa una seconda volta, turbando la Contemplazione. - Siamo tutti in attesa, ciascuno al proprio posto. Miserere nobis!
- Vengo subito, donna, a stendere la mano sulla tua gente. Pax vobiscum!
Chiudo la finestra e mi accingo a uscire. La Vergine numero tre è docile e laboriosa: ha sistemato la mia roba nell'armadio, ha spolverato il tavolo, rimboccato le coperte, indossato il Baby doll e si è accosciata sullo scendiletto a mattonelle bianconere, i colori della nostra Squadra di Calcio.
- Devo fare altro, Buana?
- Guarda le figure e medita, prega e tienilo caldo.
Il Dovere mi chiama, tornerò presto.
Ce l'hanno messa tutta, per onorare l'Ospite. Dall'ingresso fino alla mia Skranna corre un tappeto bianco di orbace. Un mucchio di legna resinosa arde nel camino. Sopra il tavolo fumano quarti di agnello arrosto, un porchetto al forno col mirto, focacce, olive nere, cacio pecorino e ravanelli. Dal soffitto pendono festoni di anelli di carta colorata. Alla fiamma, baluginano gli utensili di rame e gli otturatori dei moschetti appesi ai muri affumicati.
Il Clan siede a semicerchio, le femmine su stuoie e i maschi su panchetti di sughero e di ferula. Il Sottoprefetto On. Orso si leva in piedi, mi viene incontro sorridente, mi indica la sua gente.
Dico: - Bravo, mi compiaccio, hai fatto il tuo dovere fino in fondo, ne terrò conto per gli Scatti Anticipati di Stipendio.
Il suo sorriso si fa più largo: - Ringraziando la Divina Provvidenza, Figli non me ne sono mancati: diciannove vivi e sette morti; di questi, cinque alla Patria e i rimanenti al Creatore... senza contare i figli naturali, tutti bravi ragazzi che mi danno una mano nell'Adempimento dei miei Doveri... Eh, se il nostro Iperrettore aumentasse gli Assegni Familiari!
- Vedremo, ci metteremo una Buona Parola - dico, e guardo la sua donna: un pallone quasi sgonfio. Me la immagino sotto quel coniglio che la pompa a ruota libera, ogni notte, al buio, in silenzio, rapido breve.
I piccoli devono essere stati ammoniti di non mangiare, per non sporcarsi l'abitino della Festa. I grandi si comportano con molta discrezione. Una delle Fanciulle mi ha colpito. Mi pare in età di Konsakrazione. Un dubbio che preferisco sciogliere subito. Dico: - Come ti chiami, tu, Fanciulla?
Ha indossato la minigonna per farsi mettere nel Registro voti più alti, la diligente, davvero mica male: sorride con due occhioni neri e respira con due mammelle turgide stampate nel Nylon. Dice: - Mary - in un soffio, arrossendo.
Non è konsakrata. - Sì, Mary-pop, tu sei chiamata a servire il Signore. Molti sono i chiamati, ma pochi gli Eletti.
Il Sottoprefetto non sta in se dalla gioia. - Inginocchiati davanti al nostro grande Stregone che si è degnato di posare il suo Sguardo sul tuo capo miserello. E' ancora un po’ grezza, compatiscila, ma è soda instancabile come una mula; mai un giorno di febbre; può schiacciare una misura di nocciole coi denti, e, se ci mettesse più impegno, anche due.
Mary-pop si schermisce, civettuola. Mi piacerebbe metterla subito alla prova. Dico: - Fanciulla, stanotte mi terrai sveglio in Meditazione rompendo nocciole. Metterai al collo una fettuccia di velluto verde. Il verde tiene lontano il Malocchio. Va e predisponiti!
Ho l'impressione che l'Orsa del Sottoprefetto creda di aver scoperto il Pozzo di San Patrizio. Dice, melliflua:
- Degnati di rivolgere il tuo Sguardo anche sul nostro Primogenito Roby. Permettergli di servirti, per giudicarne le sue doti. Mai, ha mangiato lenticchie, per mantenersi fedele alla Primogenitura ... Non adirarti, perdonami se oso: egli aspira a diventare Vice.
Dico, benevolo: - Vedremo, vedremo, se la Vocazione c'è. - Ho già osservato il ragazzo: ha occhio vivace e mano lesta; durante la Cena si è fregato i bocconi migliori dai piatti dei fratelli. Dico: - Metterò alla prova anche te. Tu sarai Roby-skaut e aiuterai le Vergini acchiappando le mosche con la mano sinistra, che hai più lenta della destra.
E' felice, il ragazzo. Fa due o tre piroette; insiste per un Esame immediato - dev'essere imbeccato dalla Madre, e sa che per Legge il Decennio di Apprendistato decorre dal momento della prima Prova. - No, non tentare il tuo Signore, ragazzo! non osare troppo: potresti restare con un pugno di cenere - dico corrucciato.
Il Padre lo rimette a sedere con uno spintone. Dice: - Troppo buono, Buana; perdonaci questo increscioso incidente, conservaci la tua Benevolenza.
Intanto è tornata Mary-pop, in camicia da notte lunga, col candelabro. Dice: - Ti faccio strada, Buana.
Nel soggiorno del mio quartiere, ritrovo la Vergine numero tre sullo scendiletto a mattonelle bianconere. E' affascinante la sua silhouette callipigia: la chiamerò Mary-kul.
Il tempo è passato veloce; dev'essere molto tardi; il corpo fa sentire le sue esigenze, già assapora la dolcezza di un buon letto. Dico: E' ora di andare a nanna, Fanciulle.
Mary-pop apre la strada reggendo il candelabro e la Radio a Transistor che trasmette shakes - ha fatto presto a prendere dimestichezza con la mia Roba: non è poi tanto timida quanto sembrava. Avanza al ritmo della musica, danzando.
- Ma che vuoi, bruciare la Casa?, scriteriata!, almeno posa il candelabro, se vuoi ancheggiare. Tutte uguali, non pensate ad altro, coi Problemi che assillano il Mondo - l'ho rimproverata con volto triste.
Mary-kul allora, in silenzio, si avvicina alla scriteriata e le affibbia un sonoro ceffone. E' diventata saggia alla Scuola del Piccolo Faraone, la Callipigia. La Severità è spesso necessaria.
Non so perché, mi è venuta urgente voglia di uno spuntino a letto. Sono fatto così: se supero la mezzanotte, dopo mi sento lucido sveglio e famelico. Ordino prosciutto crudo affumicato, uova di muggine salate, olive nere trifolate, animelle d'agnello allo spiedo, un palmo di salsiccia e, visto che siamo nella stagione, ciliegie e vino bianco vermentino e tre fette di Pane abbrustolito.
Le fanciulle chiamano: Roby-snap va e viene. Devo prepararmi al Primo Giorno. In Spirito sono pronto, ho digiunato e contemplato tre anni: mille giorni e mille notti, arrotondando. Ma la Carne è ancora debole. Devo farcela al primo colpo, fino in fondo. Che penserebbero di me, se non fossi all'Altezza? Angolo venticinque gradi; con l'età aumentano i gradi e un Generale ce l'ha ad angolo piatto.
Il mio Cuore è in ansia per ciò che vede e per ciò che vedrà. Il Baby doll di Mary-kul è davvero corto, l'orlo di pizzo s'impiglia tra i riccioli ramati.
- No, non così rigida, rilassati e levalo più alto. E tu, Mary-pop prendilo nella mano, dolcemente, come passero tolto dal nido, finché apparirà nitido il Sacro Sigillo. Allora, mettilo dove sai. Ecco, adesso, in tutta la sua Magnificenza, ammantato di Porpora ... Ma che fai, stupida? Tu no, non adesso, tu dopo, meglio tardi che mai ... Mi hai distratto, lo vedi? Su, riprendilo, così, brava, continua. Adesso lascialo e scostati, faccio da me, è meglio, chi fa da sé fa per tre ... Ave Mary-kul piena di Grazia, il Buana è teco e tu sei konsakrata ... E tu, Mary-pop, aspetta, non essere impaziente: la Gerarchia va rispettata: i Piccoli Faraoni vengono prima dei Sottoprefetti.
Approntatemi il giaciglio, adesso, Fanciulle, e fate che le mie stanche membra trovino ristoro. Mi attende una giornata dura, domani: lebbrosi e tracomatosi da mettere in quarantena, visitare i ghetti, Funzioni solenni da officiare, organizzare Danze propiziatrici e Conferenze Stampa, aumentare i ritmi della Produzione, controllare gli Incassi, il baciaculo al Piccolo Faraone, che, meno male, ha tutte Figlie femmine. Spegnete le candele, Pop e Kul; fatevi vicine e scaldatemi, alitando davanti e di dietro, come fecero l'Asino e il Bue.

 

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