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9. L'incidente del nucleare USS RAY.

Il mese di settembre (1977), sull'onda dell'infausta visita di Lattanzio, trascorre tra i brontolii e i ringhi della borghesia compradora e della stampa.

9 settembre. «La Maddalena. Polemico documento del sindaco. Non accetteremo passivamente la presenza degli americani. L'avvocato Canopoli chiede che venga ridiscussa in sede sia politica sia scientifica la scelta operata dai suoi predecessori». (La Nuova Sardegna).

Stessa data, notizia rassicurante. «…Convenzione tra la provincia e un ricercatore di fama mondiale. Una indagine di sei mesi sull'inquinamento atomico». L'annuncio viene dato nel presentare «una tavola rotonda sul problema del "mai fugato dubbio" di inquinamento ambientale dovuto alla presenza della nave appoggio per sommergibili atomici USA… indetta dalla regione, dalla provincia e dalla amministrazione comunale per la prima decade di ottobre a La Maddalena». (La Nuova Sardegna).

11 settembre. «Intervista col sindaco di L.M. sul grave problema. Inquinamento atomico: Vogliono sapere la verità. A nome degli abitanti, Gavino Canopoli pretende di conoscere ufficialmente i risultati delle analisi scientifiche compiute nell'arcipelago. Sollecitati immediati interventi per risolvere la crisi degli alloggi determinata dalla presenza massiccia dei militari americani». (L’UNIONE SARDA).

Il 20 settembre, a circa 70 miglia a sud di CAGLIARI, un sommergibile americano a propulsione e armamento nucleare, l'FSN 653 RAY con 115 uomini di equipaggio, al comando del capitano Elmer I Dalbraith, urta il fondo marino. L'incidente è un fatto gravissimo per le conseguenze catastrofiche che possono derivarne.

La stampa ne dà notizia soltanto il 23. «L'incidente al sommergibile a propulsione nucleare USS RAY: paura e preoccupazione: la risposta è top-secret. L'autorità navale ha aperto un'inchiesta per appurare totalmente le cause dell'incidente - dicono gli americani senza però specificare la portata e il luogo». (Tutto Quotidiano). «Dopo un drammatico incidente nel Mediterraneo… nuovi timori per i sommergibili atomici. Un'unità si è rifugiata nella base americana dopo aver urtato sul fondo. I danni sono stati leggeri e non hanno coinvolto il reattore nucleare, ma i pericoli sono stati confermati. L'assessore regionale Erdas ha riproposto l'esigenza dell'allontanamento delle basi». (L’UNIONE SARDA). «Ha urtato sul fondo marino, ha subito danni e si è rifugiato nella base di La Maddalena… Allarme per i pericoli di inquinamento atomico». (Tutto Quotidiano).

24 settembre. «Immediate reazioni dei politici alla notizia dell'incidente… Pioggia di interpellanze sul caso del sommergibile. Le hanno presentate in parlamento deputati comunisti, senatori socialisti e il partito radicale. Interrogazioni alla regione dei consiglieri del PCI e del PSI. La giunta regionale chiede un tempestivo intervento del governo». (Tutto Quotidiano).

25 settembre. «Il ministro della difesa rassicura. Misteri e perplessità permangono». (Tutto Quotidiano). «Precisazione del ministero: nessun pericolo per La Maddalena». (L’UNIONE SARDA). «La giunta chiederà al governo di tutelare la salute dei maddalenini. Resta in piedi un interrogativo: come si può ovviare ad un incidente che occorresse in un qualsiasi punto del Mediterraneo ad uno di questi computers subacquei?». (La Nuova Sardegna).

Scrive Gianfranco Amendola in un servizio sotto il titolo «NON SAREBBE UN INCIDENTE MA UN CRIMINE»:

«L'incidente del sommergibile atomico americano ripropone ancora una volta tutta la problematica di La Maddalena e della sicurezza della popolazione in presenza di basi militari ove attracchino navi con armamento e propulsione nucleare…
Come sempre il segreto militare impedirà di conoscere la portata del fatto e tutte le circostanze ad esso relative. Come è, quindi, sempre avvenuto per La Maddalena, alle già gravi incognite che la base di per sé suscita, si aggiungono ulteriori elementi di pericolosità insiti nel velo di ignoranza che il segreto militare stende sui fatti direttamente attinenti alla sicurezza della popolazione.
Un dato obiettivamente certo. In questa situazione, parlare di controlli efficaci, parlare di assoluta tranquillità non è solo azzardato, ma è soprattutto sintomo di irresponsabilità…
In questo quadro si pone anche il problema del significato dei controlli effettuati nelle acque di L.M. delle autorità italiane. Anche per essi un solo dato è certo, e cioè che a La Maddalena vi è un inquinamento radioattivo. Si afferma concordemente da parte delle autorità che è un inquinamento minimo e inferiore di gran lunga ai "limiti di sicurezza". Ma ogni tecnico serio sa bene quanto sia problematico in questo campo stabilire con certezza i cosiddetti "limiti di sicurezza". E del resto, le misurazioni effettuate a La Maddalena, al massimo, possono dare un relativo grado di tranquillità "a posteriori", cioè su quanto è già avvenuto. Ma non servono assolutamente a prevenire incidenti purtroppo sempre possibili (e oggi ne abbiamo avuto una conferma) o sabotaggi, né servono a proteggere la popolazione da un eventuale rilascio radioattivo già avvenuto.
Queste brevi considerazioni non sono certo una novità. Dico e scrivo queste cose ormai da anni. Ma non è cambiato niente, come del resto non è mai cambiato niente dopo il colera, dopo Seveso, dopo Manfredonia. Ma una cosa è certa. Sarebbe assurdo negare la situazione di pericolosità esistente a La Maddalena Tutti ci auguriamo che non accada mai niente. Ma se così non fosse, non sarebbe né un incidente né un fatto da attribuire al caso fortuito o a forza maggiore. Sarebbe un vero e proprio crimine commesso dolosamente in quanto prevedibile ed evitabile». (Tutto Quotidiano 23 settembre).

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