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I bambini parlano di banditismo

Banditi sui banchi di scuola

E' diventato un luogo comune, quando si scrive del banditismo in Sardegna, avvertire il lettore che non si ha la presunzione di dire niente di nuovo. Si vuole evidentemente sottintendere che sull'argomento già si é detto tutto ciò che c'era da dire - o meglio, tutto ciò che il sistema ha voluto che venisse detto. E non é poco: ne ha fatte dire di cotte e di crude, premiando i più volenterosi. Tutti comunque concordi nell'esecrare l'incivile fenomeno.

La verità sul banditismo sardo é ancora tutta da dire.
Sono sempre stati e sono sempre gli stessi a dissertare sulla questione: il politico, il giurista, il poliziotto, il sociologo, il giornalista. Ognuno di essi dal proprio punto di vista professionale, ma tutti quanti dall'altra parte della barricata, dalla parte da cui si spara al bandito, anche quando é disarmato. Punti di vista ovvi e scontati.
Al di fuori di queste categorie - che tra l'altro ne parlano in termini più o meno specialistici, più o meno comprensibili, ma sempre con lo scopo di compiacere chi li paga - c'é la grande massa della gente, le cui opinioni vengono raccolte molto raramente e sempre e soltanto per distorcerle e farle quadrare alle tesi del sistema o renderle inoffensive vuotandole di contenuto, folclorizzandole.
Nella grande massa della gente c'é un vasto settore non soltanto inascoltato, ma che non può neppure aprire bocca per parlare "di certe cose". Si tratta, per altro, di un settore alquanto importante per il futuro dell'umanità, ed é stupido più che reazionario che non lo si consideri affatto. Mi riferisco ai piccoli, ai fanciulli, relegati nel limbo del pregiudizio, che "devono" ignorare i problemi del mondo dell'adulto, perché "turpi", "osceni", "violenti" - quasi che essi in questo mondo non vivano, non sentano, non soffrano.
I tabù sociali e morali - anche quelli a fin di bene - si traducono sempre in una limitazione della libertà o in una distorsione dello sviluppo della personalità del fanciullo. Certi traumi, certi fenomeni di regressione nell'uomo sono dovuti, io credo, alle difficoltà di inserimento nella realtà sociale, provenendo da una dimensione irreale, falsa. La società si ritrova così dei cittadini nevrotici, ipocriti, codardi e disimpegnati. Accadrà anche che l'adulto, non essendo preparato ad affrontare la realtà della vita e temendola, troverà comodo continuare a restare fanciullo, perenne tutelato, debole e insicuro. Il che é appunto ciò che va bene al potere, per meglio dominare.

In questa inchiesta ho voluto infrangere un tabù, parlando con i fanciulli di fatti "dei quali non devono occuparsi". Ho parlato loro del fenomeno banditismo, che i cronachisti dei quotidiani padronali definiscono crudele e incivile, un fenomeno comunque che coinvolge insieme al bandito tutta la società.
I fanciulli hanno testimoniato di buon grado. Alcuni hanno mostrato un certo stupore, d'essere interrogati su un argomento di competenza dell'adulto. Abituati a sentirsi dire, quando mettono il naso in tali argomenti: "Vai via tu che non sono cose da sentire i bambini!". Si sono stupiti di essere stati invitati a uscire dal ruolo di incapaci di intendere e di volere, in cui li ha relegati la legge familiare e comunitaria. Più sinceri dell'adulto - o meglio, meno condizionati da pregiudizi e paure hanno avvertito di avere molto da dire sulla questione banditismo e hanno dichiarato, senza presunzione, di conoscere anche alcune soluzioni per porre fine al fenomeno.
Le opinioni espresse dai piccoli naturalmente non hanno alcuna importanza per l'adulto, tanto meno per coloro i quali si occupano del banditismo in qualità di esperti o di addetti ai lavori. Infatti, non risulta che la Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni di criminalità in Sardegna, fra tutte le categorie di persone che ha avvicinato, in oltre due anni di minuziose indagini, che nulla avevano da dire che già non si sapesse, abbia sentito anche qualche scolaresca o almeno qualche bambino, magari figlio di qualcuno di quei pastori che il sistema sfrutta, fiscaleggia, quando non tortura e manda in galera.

Tengo a precisare che la maggior parte dei piccoli che hanno testimoniato sono anch'essi, in un certo senso, dei criminali.
I bambini intervistati rappresentano tre comunità sarde. Una città, Cagliari; un paese agricolo, Marrubiu. in provincia di Oristano; un paese di pastori, Orune, in provincia di Nuoro. A Cagliari ho puntato su di un plesso scolastico periferico, situato nel rione popolare di IS Mirrionis. I piccoli sono tutti in età scolare e hanno esposto le loro idee svolgendole come tema scolastico.
Gli insegnanti non hanno presentato il tema, non hanno influenzato in alcun modo le loro scolaresche almeno in quella occasione - neppure con la loro presenza, e hanno premesso che i temi in questione erano un lavoro extrascolastico, non obbligatorio e non soggetto a valutazione, e che si garantiva la più assoluta libertà di idea e l'anonimato nel caso fossero stati pubblicati per chi lo avesse richiesto.
Qui presento una piccola parte degli elaborati raccolti, scusandomi con i piccoli di non poterli trascrivere tutti. Avrebbero meritato tutti di essere uditi, perché tutti hanno detto ciò che pensavano con serietà e buonsenso. Proprio in modo da fare invidia agli adulti intervistati dal senatore Medici.

Tema. Parlate del banditismo in Sardegna

Luisa, 13 anni, Cagliari: "Il banditismo in Sardegna é molto brutto... Quando i banditi sono andati allo stabilimento di Moralis per rapirlo, c'era anche la moglie. Ma quando lo hanno saputo i portuali, che hanno rapito Moralis, erano contenti, perché quando li facevano scaricare il ferro, non era capace di farli riposare, e se gli chiedevano di farli andare a bere non li faceva andare. Invece quando hanno rapito Petretto tutti erano dispiaciuti perché viveva della miseria di una officina. La moglie ha detto al "Gazzettino Sardo" che avevano fatto un errore a rapire Petretto, perché vivevano dei pochi soldi che faceva, per comprare il pane e il latte ai bambini..."

Antonio, 12 anni, Marrubiu: "La Sardegna é famosa per il banditismo di cui si sente parlare molto. Secondo me i danni cadono sulla gente che ha grana e non su chi non ne ha. lo penso che i banditi fanno male perché rovinano gli altri e si rovinano anche loro, perché una volta presi andranno in prigione e non saranno liberi... I banditi non sono solo in Sardegna ma si trovano in tutto il mondo. I giudici dei tribunali imputavano tutto sui pastori, poi tutto su Peppino Pes, poi tutto su Graziano Mesina, il famoso bandito. lo penso che il male non lo fanno solo loro, ne avranno fatto anche, però ci sono di mezzo i pezzi grossi che organizzano tutto... Certa gente dice che i banditi abitano e vivono nelle montagne e scendono giù per tirare i tiri mancini. Io non ci credo e penso che essi vivono in città e che le forze dell'ordine non li trovano perché si confondono con gli altri..."

Rita, 10 anni, Orune: "In Sardegna c'é il banditismo perché gli uomini quando si sentono di non aver niente e di essere poveri cominciano a rubare, a uccidere e a sequestrare le persone. Io ho sentito, alla radio Mesina che diceva: - Io sono diventato bandito a 12 anni, dopo l'uccisione di mio fratello, mi hanno messo in prigione, ma dopo un po' di tempo sono scappato con uno spagnolo che poi é morto"

Maria Antonia, 13 anni, Cagliari: "... forse é sempre esistito, per conto mio é una malattia di famiglia. I banditi sono uomini che rubano e sequestrano. Si mettono a fare i banditi per vendetta. I sardi sono persone perbene, ma quando muore assassinato un parente, allora fanno i banditi come Mesina, che fa il bandito per vendetta... Ora che hanno arrestato Mesina i banditi sono più feroci di prima, ma si dice che Mesina riscappi come ha sempre fatto le altre volte. É strano che un bandito scappi da una prigione molto sorvegliata, si vede che é aiutato da qualche guardia. I banditi vivono in aperta campagna o in montagna e si nutrono come noi. Se io potessi fare qualcosa e se é vero ciò che ho sentito sul conto di Mesina avrei ucciso l'uomo che uccise suo fratello e a Mesina (darei) qualche mese di carcere perché ha reagito per vendetta."

Mario, 12 anni, Marrubiu: "Il banditismo sardo é uno dei più famosi. Ma secondo me la colpa é di coloro che comandano perché non mettono fabbriche e a molti sardi non piace emigrare o andare in continente. Un'altra parte é perché ad uno gli hanno ucciso il fratello o la sorella. Lui, cioè il bandito, va per vendicarsi e quindi fa il processo alla sarda. E non ci hanno ragione i banditi, come per esempio i milanesi che hanno lavoro. Poi ci sono quelli che il bandito lo fanno per interesse e ricattano molte persone e questi sono i banditi bene organizzati..."

Mariella, 11 anni, Orune: "... recano un gran danno alla popolazione. Compiono dei delitti, dei furti, delle rapine che oltre al gran danno che recano fanno dispiacere a tutti. In Sardegna c'é questo banditismo perché la gente é povera e quindi cercano di prendere qualche cosa facendo i banditi. Da tanti giorni é stato rinchiuso nel carcere di Nuoro il capo banda dei banditi: Graziano Mesina. Ha ventisette anni e ha cominciato a quattordici anni quando hanno ucciso suo fratello. Ha tante ammiratrici in tutto il mondo che per la sua cattura si sono tanto dispiaciute, mentre per tutti (gli altri) é stata una bellissima cosa. Ora gli addebitano tanti furti, tanti delitti, tante rapine, tanti sequestri di persona che forse lui non ha commesso. Forse é la rovina, la disgrazia più grande che nella Sardegna ci sia il banditismo, perché non si può conservare più neanche un soldo che i banditi vengono a sequestrare. Quindi bisogna pregare tanto che questo periodo di terrore termini e si possa avere un po' di pace".

Antonello, 11 anni, Marrubiu: "... io penso che questi non mangino e dormano sui monti, ma negli alberghi, poi non sono sempre vestiti ad uno stesso modo, a volte sono vestiti da preti poi si lasciano i capelli lunghi con la barba. Io penso che questo banditismo sia organizzato dalla giustizia e dicono di prendere i ricchi perché hanno molti soldi. Loro prima di prendere una persona fanno il piano, cioè sanno a che ora passa e quanti soldi ha. Ma questo viene fatto anche con la giustizia, ma é meglio che questo banditismo non ci sia e tutte le persone vivere con felicità con la famiglia e con grande amicizia... Se ero comandante come il Presidente della Sardegna... farei catturare tutti banditi e dopo li farei lavorare per un paio di anni finché si stancavano bene e così potevano dimenticare tutto quello che hanno fatto. Oggi tutte le persone se ne vanno fuori per colpa del banditismo che fa disonore, a questa isola invece di popolarsi di più sta diminuendo e anche i turisti che venivano a visitarla non vengono più e sta diventando un'isola sperduta".

Concetta, 10 anni, Cagliari: "...Quando hanno catturato Mesina, non conoscendolo ero contenta. Quando però l'ho visto alla televisione mi ha fatto una pena incredibile perché sembrava un povero ragazzo innocente. Ho sentito anche dire che é diventato bandito perché avevano ucciso il fratello e per vendicarsi ha ucciso l'uccisore del fratello. E così ha continuato rubando e uccidendo... Mio fratello ha un amico figlio di un carabiniere. L'amico di mio fratello ha portato a casa mia le fotografie di banditi e di sequestrati con la testa tagliata in due, altri senza gambe: insomma, facevano molta impressione... In Viale Monastir c'é un grandissimo negozio che si chiama B... Questo é molto ricco, ha anche un altro negozio grande in Viale Trieste. Alle sei della sera, per paura dei banditi, chiude di corsa e manda le commesse alla propria casa dicendo loro che é stanco e ha un appuntamento..."

Giuseppe, 12 anni, Orune: "... viveva un bambino di nome Graziano. Ogni giorno andava a pascolare le sue pecore, e un giorno quando tornò a casa la mamma e il padre erano tristi e il fratello non c'era. Mesina disse: Che cosa avete? - É morto tuo fratello. Quando era diventato grande era andato in un bar e aveva visto un ragazzo grande con una pistola nella tasca. Prese una bottiglia di birra e gliela spaccò in testa, poi scappò sui monti, ed era da solo e non sapeva come fare. Si era cercato una banda di banditi erano diventati amici. Decisero di fare molte rapine..."

Giancarlo, 10 anni, Marrubiu: "C'é un'isola bagnata dal mare e ci venivano molti turisti. Adesso i turisti non ci vengono più. Sembra un'isola sperduta, senza lavori, senza strade, senza un soldo per sfamarsi. Questa é la Sardegna, l'isola del disonore. Non ci vive quasi nessuno: soltanto vergogna dei banditi che uccidono per rubare un pezzo di pane pieno di sacrifici. Questi banditi hanno rovinato quest'isola incantata. Il banditismo é una cosa un po' giusta perché non ci sono lavori e i banditi sembra che vogliano dire di fare i lavori e noi la smettiamo. É anche un po' sbagliato perché uccidono la gente innocente. I banditi sono tutti poveri e questi si popolano di più (aumentano - n,d.r.) e questo é causa del governo italiano, invece di fare tutti i lavori in continente anche un po' in Sardegna. Così non succederebbe quasi più niente e ricominciava una nuova vita per la Sardegna. Io me lo spero tanto".

Anna, 13 anni, Cagliari: "Ah, sì, del banditismo in Sardegna? Ne ho sentito parlare da tutti. I banditi sono degli uomini come gli altri, solo che rubano, uccidono, sequestrano le persone e anche altre cose. Mesina era un famoso bandito; ora é nelle carceri perché lui si é costituito e non (é) stato preso dai poliziotti. Io sono contenta che c'é il banditismo in Sardegna, così i ricchi daranno denaro ai poveri. I banditi sono dappertutto... loro non hanno casa ma hanno delle grotte dove si possono rifugiare al momento del posto di blocco dei poliziotti... Io non volevo che Mesina si costituisse e neppure gli amici. Anche se i banditi sequestrano le persone, le trattano bene. Da mangiare danno carne d'agnello, porcellino, formaggio... Che cosa vogliono ancora di più?..."

Antonio, 11 anni, Orune: "... Quante volte ne sentiamo parlare alla radio e alla televisione ove si vede anche il successo ("ciò che è successo", ossia la cronaca filmata, ciò che é accaduto - n.d.r.). A mio parere i banditi sono gente poltrona che non vuole andare a lavorare. E per questo hanno scelto un mestiere di delinquenza, cioè di fare il bandito. La miglior parola che penso di dire in questa questione del banditismo é: - Se vuoi mangiare lavora come stanno lavorando tutti gli altri per potersi campare... Se io fossi colui che comanda tutti gli agenti armati della Sardegna farei cambiare la legge".

Giancarlo, 12 anni, Marrubiu: "Io penso che i banditi sono molto furbi perché non sequestrano i poveri ma sequestrano i ricchi, perché per restituirli vogliono soldi..."

 Maria Grazia, 13 anni, Cagliari: "... Se ne sente parlare da tutti... Ce ne sono molti in Sardegna... Sono uomini come gli altri, solamente che non si riconoscono perché sono travestiti. I banditi quando non sono travestiti possono andare anche a passeggio. Chi li conosce?... A me non dispiace dei banditi; é brutto di un modo ed é bello di un altro, perché quando sequestrano un ricco fanno bene che ne prendono il denaro e lo danno ai poveri, nell'altro modo mi dispiace perché se sequestrano i poveri non hanno (denaro) da darne... Io ne sono contenta dei banditi in Sardegna, non voglio che vanno nelle mani della polizia perché alcune volte hanno ragione."

Antonella, 10 anni, Marrubiu: "... é una vera disgrazia e vergogna, perché nessuno può guadagnare qualche milione che subito viene derubato e sequestrato. In Sardegna il banditismo c'é sempre stato fino dalle guerre d'Indipendenza e mondiali. Questi banditi hanno rubato, ucciso e anche sequestrato persone che vivono lavorando e sacrificandosi. Questi banditi mica sequestrano le persone senza chiedere niente! Chiedono invece tanti milioni che a loro fa comodo... Per me il banditismo é una vera vergogna per i sardi e io ho anche paura perché se verranno a Marrubiu chissà quanti sequestri faranno!"

Carlo, 10 anni, Orune: "Da molto tempo esiste il banditismo. Io dico che é un disonore, ma é anche un po' giusto. Non c'é mestiere che si guadagna e per guadagnare un po' vanno in continente e all'estero. Quelli che rimangono fanno il pastore. Quindi c'é il banditismo perché non ci sono lavori e la gente per fare un po'di soldi si fa bandito... Si rifugiano nelle montagne verdi della Barbagia con le armi, bombe, coltelli, pistola e mitra... l'eroe della ribellione in massa é Graziano Mesina. Nacque il 4 aprile del '42, il penultimo di 11 figli. Era appena quattordicenne quando fu sorpreso dal maresciallo e così cominciò la carriera..."

Stefania, 10 anni, Cagliari: "Lassù, sui monti più alti della Sardegna, dove silenzio e pace regnano, chi può immaginarvi nascosti esseri umani, che altro non pensano che a fare del male? Nei covi nascosti dietro gli alberi, essi preparano piani malvagi realizzati solo per fare del male, per rapire persone oneste e ricche, per rubare e arricchirsi senza lavorare. Ma essi non pensano al male che fanno? Non pensano al dolore che danno alle povere persone e alle loro famiglie, ai loro parenti? Che cosa ne penso io?... Dunque, secondo me, chi fa del male, prima o poi si merita una giusta punizione, perciò anche coloro che non hanno voglia di lavorare, che decidono di seguire la stessa via dei banditi, sanno che presto o tardi saranno castigati, e allora saran dolori. Io approvo, perciò, che questo essere macchiato dal peccato, questo capo banda di nome Mesina, sia stato catturato e abbia ricevuto una giusta e ben meritata punizione. Cosa farei io per eliminare il banditismo in Sardegna? Siccome non sono che una scolara, non ho idee ben precise, e poi non sono mica io la polizia! Comunque, una mia idea era di far arrestare tutti i  banditi e di condurli in una prigione. Ma come voi sapete, catturarli costa molto sangue a brave persone arruolatesi nella polizia, appunto per eliminare il banditismo e per far sì che la loro bella isola sia libera una volta per tutte da questa ossessione... Ah, come sarebbe bello, se tutti si pentissero e finissero di fare questa vita, questa vita ricolma di errori! Allora sì, che il mondo sarebbe bello! Anch'io sarei più felice, e i monti della Sardegna tornerebbero a regnare di pace e di silenzio."

Marco, 12 anni, Marrubiu: "Io penso che i banditi in Sardegna ci sanno fare. Per esempio come Graziano Mesina oppure Peppino Pes. Io penso che sono troppo  pericolosi e rubano e uccidono per soldi. Io credo che i banditi fanno bene a rubare perché se un contadino prende di paga soltanto tremila, per me non é giusto perché quelli dello stato prendono mezzo milione al mese. I banditi di Sardegna sono tutti coraggiosi, quando prendono un uomo e vedono che sta arrivando qualche agente mica lo lascia no, lo prendono e sono coraggiosi. Io non credo che appena acchiappati i banditi si devono uccidere, se no chissà quanti ne escono fuori per rivendicarsi..."

Milvo, 10 anni, Marrubiu: "... (nella banda) sono entrati altri banditi e Mesina l'hanno voluto per capo, perché era molto bello..."

Andrea, 11 anni, Orune: "... io penso che non vivano molto bene, lontano dai loro genitori; con i genitori potevano fare tutto ciò che volevano, invece in campagna bisogna stare sempre all'erta... A me dispiace che abbiano catturato Mesina perché mi piacevano le sue avventure".

Rina, 10 anni, Marrubiu: ".., secondo me i banditi sono diventati banditi perché anche gli altri gli avevano fatto del male".

Giustina, 12 anni, Cagliari: "... ci sono molti banditi, i carabinieri li cercano continuamente perché fanno tanti danni. Se questo brigantaggio non finisce forse scoppierà un'altra guerra. In Sardegna c'è più brigantaggio perché la terra é arida e si trova poco lavoro. Io penso che i banditi della Sardegna siano portati a fare del male per causa del terreno, mentre gli altri perché non vogliono lavorare".

Ignazio, 10 anni, Marrubiu: "... I banditi prima stavano in campagna e in montagna, ma adesso sono cambiati e si sono messi in città sequestrando. Forse vanno in città perché ci sono persone molto ricche. Io vorrei che ci fossero i banditi, però quello che rubavano lo davano ai poveri".

Anonimo, di Orune: "... non si sa come gli hanno ucciso il fratello. Mesina con un grande rimorso (forse intendeva dire ira - n.d,r.) per l'uccisione di suo fratello aveva nelle vene il sangue della vendetta, non della giustizia. Quando ha ucciso l'assassino si é rifugiato nei monti. Poi questo giovane ragazzo si é pensato: - Se io mi do alla legge mi mettono in prigione per tutta la vita.
Invece se io mi nascondo e faccio dei furti avrò sempre la stessa condanna. - Certi ragazzi credono che facendosi banditi facciano grandi avventure".

William, 12 anni, Cagliari: "Se in Sardegna non ci fosse il banditismo tutti sarebbero tranquilli. Ma penso anche un'altra cosa: se in Sardegna ci fosse più lavoro, banditismo ce ne sarebbe molto meno".

Marinella, 13 anni, Orune: "Tutti dicono che Graziano Mesina si é fatto catturare e la polizia dice che lo hanno catturato loro per non fare figuracce. Tutti dicono così perché il giorno che hanno catturato Mesina, nel carcere c'erano già tutti i giornalisti pronti per intervistarlo".

Maria Luisa, 12 anni, Cagliari: "… io ne penso male. Perché delle volte, quando una famiglia continentale viene qui in Sardegna, dicono che in continente non ce n'è neanche uno e qui in Sardegna ne é pieno. Proprio qui dovevo abitare..."

Roberta, 11 anni, Cagliari: "La Sardegna prima non aveva pace, perché vi erano i popoli stranieri. Ora che da tanti anni se ne sono andati é nato questo banditismo. Io comunque se fossi in loro non farei questa vita come vivono i cani, e forse anche peggio..."

Soltanto poche parole di commento per non togliere al palato del lettore il gusto di queste stupende testimonianze.
Sul banditismo sardo sono state stampate tonnellate di carta. Le tesi che se ne ricavano, ridotte all'essenziale, sono le stesse che emergono da questi scritti infantili.
Ma c'é di più. Qui vengono fuori anche delle tesi originali, che l'adulto si guarderebbe bene dal sostenere, per non incorrere nei reati di favoreggiamento, apologia e istigazione a delinquere.
Qualcuno potrebbe fare l'ipotesi - abbastanza attendibile - che i piccoli intervistati siano portatori delle idee che i loro fa miliari adulti esprimono soltanto in privato.
Personalmente credo che a questa ipotesi se ne possa aggiungere un'altra altrettanto attendibile. E cioè che i bambini abbiano una loro autonoma capacità di giudizio, che funziona anche (sia pure in forma elementare ma non per tanto meno valida nei contenuti) sui grandi temi sociali, normalmente riservati agli adulti e in particolare agli specialisti.

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