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Indice articoli


cultura popolare

UGO DESSY

SARDEGNA : segni della cultura popolare. Feste – tradizioni – leggende - novellistica


Alfa Editrice – L’ANNUARIO SARDO 83/84
Quartu Sant’Elena - 1983

Collana diretta da : Maria Marongiu


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Presentazione di Maria Marongiu

L'Alfa Editrice apre con questa pubblicazione una collana di carattere prevalentemente documentaristico, intendendo dare con ciò un proprio contributo alla diffusione della storia, dell'arte, degli usi e dei costumi della Sardegna. Più specificatamente si propone di ricercare, attraverso documenti, studi e testimonianze, aspetti e momenti della cultura sommersa, che sarebbe inesatto definire "cultura minore", in quanto rappresenta ciò che di più originale e autentico ha potuto esprimere il popolo sardo.
L'Editrice ha affidato allo scrittore Ugo Dessy il compito di tracciare un primo anche se sommario quadro di insieme, il più possibile vario e rappresentativo, della realtà culturale e sociale della Sardegna.
"Sardegna: segni della cultura popolare" si apre con Pietre, un brano di poesia in prosa divenuto ormai un classico della nostra letteratura, pubblicato in numerose riviste tra le quali "Mondo Giovane" diretta da Gastone Favero che nel 1971 lo presentò al grande pubblico italiano con il titolo di "Lettera a Karla Kirchner", illustrata da Nando D'Angelo. Con lo stesso titolo appare anche nel volume di racconti che si intitola "I galli non cantano più", edito nel 1978 dall'editore Giorgio Bertani.
Segue S'imbrusciadura: un singolare rito terapeutico.
Un saggio etnologico su una popolare terapia contro gli spaventi, studiata per la prima volta dal Dessy nel 1960 nell'Oristanese.
Sul tema del folclore religioso presentiamo due brani: S'Argia e Chiesa e Stregoneria.
Quindi Sa festa de sos mortos, che l'Autore ha studiato a Orune con profonda adesione e minuziosa descrizione, tralasciando di proposito interpretazioni e commenti che avrebbero appesantito il lavoro, che è del novembre 1962 e rimane ancora oggi un esempio sugli usi e i costumi della  Sardegna di valore letterario.
Abbiamo quindi la dissacrante narrazione di una popolare leggenda sulle origini della città di Oristano, che segna la fine di Tharros con l'esodo di quella comunità in un territorio più lontano dal mare e più difendibile. Dalla leggenda che ha per protagonista Joneto, Dessy coglie l'occasione per tracciare un breve ma preciso quadro storico della città di Tharros e delle vicende archeologiche di questa necropoli che subì una lunga sequenza di saccheggi e rapine.
In questa raccolta non potevano mancare alcune notizie e descrizioni su singolari attività lavorative, assai ingegnose e sempre strettamente correlate a una economia di mera sopravvivenza quale era ed è rimasta ancora per certi aspetti nella nostra Isola.
Tra queste attività lavorative compaiono nell'ordine I Sorbettieri di Aritzo, l'Allevatore di struzzi, l'Abigeo, Su caccigadori, Su Palamitaiu, Su Linnaju, Sa Pisca cun sa lua e infine il Raccoglitore di olive, la testimonianza di un... mestiere non del tutto legale descritto in una saporosa intervista, che mette in piena luce la personalità del protagonista.
Viene quindi Il Palio della Sartiglia, un saggio, fra i più completi anche sotto il profilo storiografico sul "gioco dell'anello" che caratterizza annualmente il Carnevale oristanese.
Ancora un pezzo, stavolta composito, dedicato al costume religioso, con S'Ardia - La Sagra di Santu Antine. Si tratta di uno scritto recentissimo, che vuole dare assai di più di ciò che ci si aspetta solitamente da uno studioso del folclore. Oltre alla descrizione e alla interpretazione della corsa dell'Ardia, ci fornisce diverse testimonianze e ci presenta con essenzialità storiografica i personaggi del rito, componendo un attraente collage di fatti e di dati, cui egli dà un ultimo tocco con una serie ben dosata di detti e proverbi sul cavallo (definito, a ragione, il principale protagonista della spericolata corsa ippica).
Ugo Dessy nel descrivere il mondo della sua Sardegna non poteva ignorare quello del fanciullo. Come è noto egli è autore di numerose inchieste sul lavoro minorile, apparse su quotidiani e riviste e sulla televisione di mezza Europa.
In questo breve saggio, i Bambini parlano di banditismo, i piccoli di tre comunità sarde si cimentano sul tema che periodicamente diventa attuale nella nostra Terra, dimostrando essi, bambini, di possedere sufficiente preparazione e buonsenso da fare invidia agli adulti.
Chiudono la raccolta due racconti che si compendiano a  vicenda: L'Alluvione, in lingua italiana, e Sa Sicchedadi, in lingua sarda campidanese. Con quest'ultimo racconto ci sembra di poter affermare, che anche in lingua sarda é possibile fare dell'arte

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