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La paura e la fede

La paura è uno stato d'animo assai complesso, presente in ogni uomo in quanto creatura fragile, limitata effimera. Tanto più l'uomo vive in ambiente ostile, in situazioni aleatorie, di insicurezza, tanto più albergherà in lui la paura - che attanaglia talvolta con morsi feroci, e tal'altra rode, con sottile incessante crudeltà.
La paura può essere determinata non soltanto e non tanto da qualcosa di reale, quanto dall'irreale, da ciò che è immaginario o ignoto o indefinito. In quest'ultimo caso alla paura si associa l'ansia, uno stato patologico di angoscia che può produrre mutamenti di rilievo nella psiche: forti depressioni, ossessioni, allucinazioni auditive e visive, con disturbi anche di carattere fisiologico, specie nelle funzioni gastroenteriche, nella circolazione e nel ricambio della pelle.
La magia dello stregone guaritore si innesta su questo sentimento di insicurezza, di paura dell'ignoto, di impotenza davanti alle oscure forze che animano la natura - sia che egli usi la magia nera, per "legare", compiere fatture e sortilegi "ammalianti", sia che usi la magia bianca per "sciogliere", rasserenare e guarire.
Il convincimento o anche il solo sospetto che un pericolo ignoto ci sovrasti (forze demoniache avverse, o la "fattura" di un invidioso, o la malevolenza di un poliziotto o di un superiore, dai quali ci si aspetta un tiro mancino) è sufficiente a produrre, con la paura e con l'ansia, una nevrosi - la cui portata, le cui laceranti conseguenze nella personalità non sono facilmente prevedibili, ne facilmente reversibili, con metodi e farmaci cosiddetti scientifici.
Sembrerebbe si debba applicare anche qui la legge della affinità: misteriosa è la causa che ha prodotto il male, misteriosa dovrà essere la terapia che eliminerà il male.
E misterioso è anche l'elemento fondamentale, la fede, conditio sine qua non per ottenere la guarigione. Un concetto ribadito più volte dal Gesù-guaritore nel comunicare l'arte del terapeuta ai suoi apostoli: con la fede guariranno i lebbrosi e gli storpi cammineranno. Nessuna terapia - e non soltanto nel campo strettamente psichico - è veramente efficace se colui che vi viene sottoposto non è convinto della sua validità: se cioè non ha fede nel guaritore e fiducia nel farmaco.
Nella medicina popolare - ma ciò è riferibile anche alla medicina moderna - il guaritore assume il ruolo di sacerdote, e i due ruoli finiscono per confondersi. Nella credenza popolare, il prete, in quanto sacerdote, non può non essere un fattucchiere, uno capace di fare magie, sia nera che bianca, per ammalare o guarire, legare o sciogliere. Is Vangeus, i Vangeli, il libro sacro del prete, contiene scritti is brebus, le parole magiche, necessari per fare, o per disfare le "fatture". Non sono pochi i sacerdoti - non solo cattolici - che nei nostri paesi si prestano alla "lettura dei is Vangeus" in chiesa, lettura dei Vangeli secondo un apposito rituale, per liberare pazienti da mali oscuri (artrosi, coliche, inappetenze, anemie, spaventi, eccetera) provocati da fatture, jettature, ammaliature: effetti di pratiche di magia nera.

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